San BERNARDO di Chiaravalle nacque nel 1090 a Fontaine-lès-Dijon, villaggio a 2 Km. da
Digione. La famiglia era di buona aristocrazia così per parte del padre,
Tescelino, uno dei più notevoli vassalli del duca di Borgogna e ufficiale alla
sua corte, come per parte della madre, Aleth o Aletta, figlia di un potente
feudatario borgognone, Bernardo di Montbard, che diede il nome al nipote. La
genealogia di Bernardo è però oscura al di là degli ascendenti prossimi. I figli di
Tescelino e di Aletta furono sette : sei maschi e una femmina, Humbelina.
Bernardo era
il terzogenito. Fanciullo frequentò le scuole tenute dai canonici secolari di St.
Vorles presso Chàtillon-sur-Seine. Era una scuola apprezzata, presso la quale il
padre di Bernardo aveva una casa.
Forse Bernardo frequentò solo il trivium, perché assai modeste appaiono le
sue conoscenze nelle discipline scientifiche del quadrivium. Di animo
sensibile e riservato, portato a quel raccoglimento che dispone alla
contemplazione (così il fanciullo è presentato dal biografo: Vita la,
c.
1, n. 3), Bernardo fa progressi nella pietà e nella virtù. La visione dolcissima del
Bambino Gesù, durante il sonno in una notte di Natale (Vita la,
c. 2, n.
4), lascia traccia profonda nell’animo del santo e crea, fin dai primi anni, uno
dei principali soggetti della pietà di Bernardo La morte precoce della madre (1° sett.
1107) deve avere aperto nell’animo del giovanetto quel periodo critico e
doloroso, che simile sventura provoca specialmente intenso ‘nei giovani
sensibili e chiusi. Le Vitae mettono in rilievo il legame affettivo
particolarmente stretto tra la madre e il figlio : Aleth, prima della nascita
del bimbo, aveva avuto una visione profetica sulla futura grandezza di lui, e
Bernardo sembra essere stato il suo prediletto (Vita la, c. 1, n. 2). Forse
proprio la mancanza, dolorosamente avvertita, della madre terrena, fu una delle ragioni che orientarono la pietà del
giovane verso la Madre Celeste : si delinea così un altro dei grandi temi della
spiritualità bernardina. Nel periodo di travaglio e disorientamento — che
possiamo intuire più che documentare — è perfettamente verisimile l’estendersi
della prova alla castità di Bernardo : le narrazioni dei biografi in proposito sono
accettabili, almeno nella sostanza (Vita la, c. 3, nn. 6-7). Dell’intenso
e doloroso quadriennio che segue la morte della madre, conosciamo con precisione
solo il punto di arrivo; nel 1111 Bernardo lascia il mondo e si ritira nella casa di
Chàtillon, dove presto lo raggiungono tutti i fratelli e vari congiunti. Trenta
persone entrano con lui, nel 1112, a Cìtcaux; lo stesso Tescelino finirà
cisterciense. Conquistando questa schiera di persone alla più austera regola di
allora, Bernardo rivela, fin da questo momento, quella capacità di affascinare e di
trascinare, che concordemente gli sarà riconosciuta dai contemporanei e dagli
storici successivi. Il giovane religioso si segnala a tale punto per la sua
virtù e austerità, che dopo soli tre anni è scelto come abate di una nuova
fondazione nel territorio del conte di Troyes. Bernardo e i dodici compagni scelgono
una vallata solitària ma luminosa, Clara Vallis, Clairvaux, non lontano
dal-l’Aube (diocesi di Langres).
Il nuovo abate riceve la benedizione e probabilmente anche l’ordinazione
presbiterale dal vescovo di Chàlons-sur-Marne, Guglielmo di Champeaux; uomo
insigne nel mondo filosofico e teologico del tempo, egli rimarrà legato da
stretta amicizia a Bernardo Nel 1115, Bernardo non ha che 25 anni. Sotto il profilo
giuridico, la sua carriera è finita : per i 38 anni che gli restano da vivere,
egli sarà sempre abbas Clarevallensìs.
Ciò non gli impedirà di ascendere nella stima dei contemporanei e nella
efficacia dell’azione, fino a diventare, di fatto, -il centro di raccordo e di
propulsione della vita ecclesiastica.
I primi anni dell’abbaziato sono assorbiti soprattutto da problemi di vita
monastica : in primo luo-2TO. l’ordinamento e l’irrobustimento della comunitàdi
Clairvaux, che, retta con esemplare austerità dal giovane abate, diventerà
modello di osservanza e centro di attrazione per le anirne che aspiravano alla
perfezione evangelica, numerose in quel secolo dalle profonde e fervide esigenze
religiose. Il numero dei richiedenti è tale da obbligare Bernardo a sempre nuove
fondazioni : 68 saranno,, alla morte del santo, le « figlie » di Glairvaux. Ma
l’opera di Bernardo si estende già al di fuori dell’Ordine cisterciense : nel 1119 ha
inizio la polemica con i Cluniacensi, che Bernardo intendeva richiamare a più rigida e.
letterale osservanza della regola di s. Benedetto. Il punto di partenza è
rappresentato- dal transitus .a Cluny di un cugino di B., Roberto, con
lui entrato a Cìteaux. La fuga era avvenuta nel 1117, durante un periodo di
assenza di B., esaurito dai rigorosissimi inizi della sua vita monastica. Nel
calore di questa polemica ha origine la singolare amicizia fra Bernardo e l’abate di Cluny, Pietro il Venerabile. Il fatto che più di ogni altro sposta l’opera di
Bernardo fuori del quadro della vita monastica e ne mette in luce le qualità di uomo
d’azione, è lo scisma verificatosi nella Chiesa Romana con la duplice elezione,
nel 1130, di Innocenze» II e di Anacleto II, esponenti di due opposte fazioni
cittadine. B., subito aderente a Innocenzo II, lavora alacremente per ottenergli
il riconoscimento di Luigi VI, re di Francia, e del re d’Inghilterra, Enrico I. Per favorire la causa di Innocenzo II, l’abate di Clairvaux
percorre non solo la Francia, ma buona parte dell’Occidente, recandosi in
Inghilterra (1130), in Germania (1135), e ripetutamente in Italia, nel 1133
guadagnando Pisa e Genova, nel 1135 ottenendo l’adesione di Milano, infine
nel1137 per conquistare il re di Sicilia, Ruggero II, fermo sostenitore di
Anacleto. La pubblica disputa fra Bernardo e il cardinale Pietro da Pisa, avvocato di
Anacleto, non modifica la posizione del re, ma induce il cardinale ad
abbandonare la causa di Anacleto. Vinta la battaglia a sostegno di Innocenzo II,
Bernardo non gusta a lungo la pace del chiostro : nel 1140, infatti, egli dirige la
delicata operazione che sboccherà nella condanna di Pietro Abelardo al concilio
di Sens. Nel 1144 — 45, nel periodo del senato romano e dell’esperimento comunale
in Roma, Bernardo interviene presso i Romani perché obbediscano a Lucio II e ad
Eugenio III; è anche il momento della opposizione di Bernardo ad Arnaldo da Brescia,
che con la sua veemente predicazione contro le ricchezze e a favore della
assoluta povertà della Chiesa, affiancava e favoriva la ribellione del comune
romano.
Nel 1145, l’elezione di Eugenio III, discepolo di Bernardo a Chiaravalle, accresce
ulteriormente l’influsso di Bernardo sulla vita ecclesiastica : gli anni del suo
apogeo sono appunto i primi del nuovo pontificato. Incaricato ufficialmente dal
pontefice, nel 1146-47 l’abate di Chiaravalle predica quella crociata che sarà
la seconda. Amplissime le adesioni in Francia; larghe pure in Germania, dove lo
stesso re dei Romani, Corrado III, sarà indotto dalla parola di Bernardo a prendere la
croce. Il fallimento della impresa amareggia profondamente B., che nel 1150,
aderendo a un progetto di Sigeri di s. Dionigi, cercherà di convincere Eugenio
III a una nuova crociata; ma il piano non si sviluppa. Nel 1148, al concilio di
Reims, presente Eugenio III, Bernardo ha di nuovo parte direttiva nella tentata
condanna delle dottrine trinitarie di Gilberto Porretano, vescovo di Poitiers.
Il 20 ag. 1153, all’ora di Terza, Bernardo muore a Clairvaux, consunto dalla malattia
e dalle austerità.
Questa breve esposizione serve solo a fissare qualche indispensabile punto di
riferimento, ma non da una idea adeguata della intensissima operosità di
Bernardo : non vi è questione di rilievo nella vita ecclesiastica del tempo nella quale il
suo nome non appaia, non vi è persona di qualche importanza alla quale egli non
sia stato legato in un modo o nell’altro.